Roma, cadavere nel carrello: negli scheletri di cemento di ‘Penicillina 2’ spaccio e prostituzione
Scritto da Nicola Schievene il 1 Settembre 2023
(Adnkronos) – Il tentativo di trascinare il corpo al di fuori delle palazzine per “eliminare” il problema e scongiurare l’arrivo di polizia, si è rivelato un insuccesso. Il subsahariano trovato in un carrello della spesa in pieno giorno con un proiettile all’addome ha acceso i riflettori su un’altra periferia dilaniata dall’indifferenza. Dopo Primavalle, dove in un carrello due mesi fa trovarono il corpo di una ragazzina di 17 anni, dopo Caivano e Tor Bella Monaca, ecco Tor Cervara e gli scheletri della “Penicillina 2”, un’altra vergogna romana all’ombra della più celebre “ex Penicillina” sulla vicina via Tiburtina. È in uno di questi ammassi di cemento iniziati e mai finiti che la vittima ancora senza un nome sarebbe stata ferita con un colpo d’arma da fuoco all’addome, trascinata fuori con un carrello della spesa e abbandonato all’incrocio con via Raffaele Costi. Quando l’ambulanza è arrivata per la vittima non c’era ormai più nulla da fare. E “perlustrare” gli scheletri di cemento a duecento metri di distanza, per gli agenti della polizia scientifica, è stato naturale. Ancora vivo, quando una volante della Polizia lo ha notato, non poteva aver fatto tanta strada. E la presenza delle divise e delle camionette del reparto mobile nella enclave degradata all’ombra dell’autostrada non è stata gradita dagli occupanti. Momenti di tensione si sono verificati tra alcuni uomini che, dalle palazzine senza mura, hanno urlato insulti e minacce ai poliziotti. Qui, tra i panni stesi e alloggi ricavati con il solo soffitto a riparare dalle intemperie, la vittima sarebbe stata ferita a morte. “È lo schifo – racconta all’Adnkronos un vigilantes che spesso fa servizio all’ingresso – Noi in qualche modo abbiamo il compito di tamponare il peggio, ma ogni giorno avviene di tutto, tra spaccio e prostituzione. Ne vedo tante, di ragazze, entrare e uscire da questi scheletri per vendersi in strada. Ci abiteranno in duecento, trecento. Sono di tutte le etnie, africani, albanesi, italiani. Non hanno nulla, luce, gas. Con i carrelli fuori al cancello, su uno dei quali hanno caricato il corpo, trasportano le taniche piene d’acqua che prendono da un tubo di una fabbrica qui accanto”. (di Silvia Mancinelli) —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)